Il punto della situazione – Maggio 2016

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È un esperimento e come tale potrebbe non funzionare. Nasce dalla voglia di fare il punto della situazione, la mia situazione, riassumendo quello che sto facendo e magari provando a tracciare una linea attraverso le varie attività cui mi dedico. Un filo – che per me sarà rigorosamente grigio, piuttosto che rosso – ad accomunarle. Essendo questo blog anche uno strumento lavorativo, questo è anche un modo per mantenerlo vivo, al di là dei repost di articoli, e per aggiornare periodicamente le mie attività. Casomai qualcuno morisse dalla voglia di sapere cosa sto combinando.

Detto ciò, cosa ho fatto questo mese? Tanto per cominciare, ho aggiunto la mia mail ai contatti qui a destra. L’ho fatto perché di recente una persona che non era su Facebook e Twitter voleva contattarmi per questioni lavorative e l’unico modo che ha trovato per farlo è stato passare da Anobii. Il che mi ha fatto pensare che potesse essere utile rendermi un po’ più facile da rintracciare.

Nella prima settimana ho parlato di hobbit. Non quelli di Tolkien, ma quelli veri, ovvero gli uomini di Flores, ominini con i quali noi Sapiens pare abbiamo convissuto. E proprio della durata di questa convivenza mi sono occupato, spiegando su Pikaia le ultime novità sulle datazioni dei fossili di hobbit.

Poi, con un balzo di qualche millennio, sono passato dalla preistoria al futuro. Lo stesso giorno è infatti uscito su Oggiscienza – nella rubrica Stranimondi che gestisco insieme a Enrico Bergianti e Marco Boscolo – la mia recensione di un libro che se non avete letto, e se vi piace la fantascienza, be’, che aspettate?

Passano pochi giorni e su Wired esce un mio articolo su un nuovo gioco in scatola creato in Italia da un’azienda che produce e commercializza giochi da tavolo cercando di combinare l’aspetto ludico con quello educativo. Hanno fatto un gioco sui dinosauri. Con la consulenza scientifica di un paleontologo italiano molto in gamba. Potevo esimermi dal parlarne?

A proposito di boardgame: ho finalmente avuto modo di provare Pandemic Legacy (cui avevo fatto cenno qui). Ci abbiamo giocato in quattro per una sera e buona parte del giorno successivo, presi da un raptus feroce e da un totale coinvolgimento nella storia. Siamo a metà campagna e so che quando l’avrò finito dovrò parlarne.

Ma torniamo al passato. Il 10 maggio sono stato arruolato per fare qualcosa di nuovo (per me): il giurato nella quinta edizione del premio per giovani ricercatori di GiovedìScienza. Ed è stata una gran bella esperienza, sia per le persone che ho conosciuto sia per la valutazione dei dieci finalisti, con tutte le riflessioni del caso su cosa funziona – e cosa no – quando si vuole comunicare la scienza.

Esattamente una settimana dopo ero invece a Parigi, per seguire il secondo meeting annuale di Lifepath, uno dei due progetti europei con i quali sto collaborando tramite Zadig, dedicato allo studio delle conseguenze biologiche delle disuguaglianze sociali sulla salute.

Chiudono il mese due altri articoli, sempre per Oggiscienza. Uno fa di nuovo parte di Stranimondi e parla di matematica e sport, prendendo spunto da Moneyball, film straconsigliato, soprattutto ai fan di Brad Pitt e Aaron Sorkin. L’altro rientra in una serie di approfondimenti sulla valutazione della ricerca scientifica e si concentra nello specifico su scientometria, bibliometria e open access, con un’intervista a un’esperta del settore come Antonella De Robbio.

E con questo dichiaro chiuso questo primo esperimento di riassunto mensile, in attesa di vedere se ha senso e dopo quanti mesi mi stuferò di scriverlo.

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