Fidati di me, ‘gnurant

Sulla Lettura del Corriere di oggi c’è un articolo di Stefano Gattei sull’annoso tema “scienza vs. pseudoscienza”. Si parla della necessità di rispettare determinate regole – sia per tutelare i malati dalle truffe, sia per evitare gli sprechi di denaro pubblico – con ampio riferimento al caso Stamina. Poi si allarga il tiro, citando il recente libro di Massimo Pigliucci e Maarten Boudry, dal titolo più che eloquente: Philosophy of pseudoscience. Recondidering the demarcation problem. Fra i tanti aspetti affrontati dai due studiosi, Gattei ne sottolinea uno particolarmente interessante: l’accettazione della pseudoscienza non è solo una questione di ignoranza scientifica ma coinvolge anche

“le fallacie in cui incorre frequentemente il linguaggio comune, i pregiudizi cognitivi e il ruolo svolto dall’ideologia”.

Purtroppo, quest’aspetto è spesso sottovalutato. Da chi? Spiace dirlo, ma spesso si tratta degli scienziati, molti dei quali continuano a pensare che se la gente sapesse più di scienza non si affiderebbe alla pseudoscienza. “Scelgono male perché non sanno,” ecco il mantra che viene più e più volte ripetuto. Tutto è connesso unicamente all’ignoranza, dai giornalisti superficiali che non sanno parlare di scienza ai politici che non ne capiscono nulla, fino ai ciarlatani che sull’ignoranza prosperano.

Non che queste cose non siano vere, per carità. Anzi. Il punto, però, è che non ci si può limitare a dare la colpa all’ignoranza e a chi, più o meno consapevolmente, la coltiva. Valori e pregiudizi condizionano le scelte di tutti, più di quanto pensiamo. E quando dico tutti, intendo tutti. Cioè scienziati compresi. I temi scientifici più caldi sconfinano tutti in altri campi, dalla politica all’etica, dalla filosofia alla religione, il che chiama in gioco tutta una serie di fattori che condizionano le scelte individuali, dei quali si deve tenere conto quando si discute di questi temi.

Attribuire tutte le difficoltà della scienza alla sola ignoranza significa dare una risposta semplice a un problema complesso, cosa che uno scienziato per primo non dovrebbe fare. Non riconoscere il peso di valori e pregiudizi nelle decisioni, anche degli scienziati, significa negare un’importante componente di un problema complesso, altra cosa che uno scienziato non dovrebbe fare.

Quello che secondo me manca, nell’articolo di Gattei, è il riferimento a un altro fattore fondamentale che influenza le decisioni delle persone: la fiducia. Ora, diversi sondaggi mettono medici e scienziati fra le categoria di cui più ci si fida, ma i casi che rimbalzano in questi giorni sui mass media – Stamina, le critiche alla sperimentazione animale – sono delle evidenti crepe in questa fiducia. Magari più contenute di quanto l’esposizione mediatica vorrebbe far credere, ma comunque espressioni di un problema da non sottovalutare.

Lavorare sulla fiducia è fondamentale per uno scienziato, perché senza di essa rischia di essere tagliato fuori dalla società, sia in termini di credibilità, sia dal punto di vista economico. La fiducia non va mai data per scontata, va coltivata giorno per giorno e per farlo servono lucidità, capacità di autocritica e anche il ricorso all’emotività. E qui si tocca un altro tasto dolente, perché il ricorso all’emotività viene interpretato da molti scienziati come un abbassamento al livello di Vannoni, Iene e animalisti vari, che parlano alla panza della gente invece che alla testa.

Emotività vuole anche dire empatia, cioè la capacità di cogliere gli stati d’animo delle persone cui ci si rivolge e di tenerne conto. Vuol dire saper ascoltare e saper cogliere le sfumature, uscendo dal modello comunicativo del tipo “parlo io, tu ascolta”. Che poi è quello che sostiene Giuseppe Remuzzi, nell’articolo che affianca quello di Gattei, a proposito del troppo poco tempo che i medici passano insieme ai pazienti. A parlare ma anche ad ascoltare.

11 Pensieri su &Idquo;Fidati di me, ‘gnurant

  1. ho apprezzato molto la tua lettera (mi permetto di darti del tu perche’ siamo credo piu’ o meno coetanei) concernente la pseudoscienza dei vari pennetta,uccr ecc. Tra l’altro ho chiesto ripetutamente allo stesso pennetta un confronto su terreno neutro (che si guarda bene dall’accettare) dato che sul suo blog taglia,censura,offende i commenti di chi si prova a ragionare sulle sciocchezze che egli va propalando.tuttavia penso che quando certe operazioni di pseusoscienza arrivano al plagio,alla truffa,al deliberato negazionismo,anche un’opera di repressione sia indispensabile.Ci vorrebbe inoltre una sorta di Authority per la scienza,una forma di controllo su questo fenomeno. non si capisce come un professore possa sostenere impunemente emerite baggianate senza che nessuno prenda provvedimenti per lo meno di richiamo.
    Leggo che ti ha invitato a tornare sul suo blog : io gli rilancerei l’invito a confrontarsi su terreno neutro, penso sia comunque il modo migliore di smascherare questa gente.cordiali saluti

  2. risposta all’intervento di Masiero al link :
    http://www.enzopennetta.it/2014/02/replica-a-michele-bellone/#comment-23098

    infatti Bellone ha parlato di “Darwinismo”. Questa e’ Storia caro Masiero : e’ un fatto che storicamente l’impatto della Teoria sulla cultura dell’epoca fu proprio quello di screditare ogni visione finalistica della natura. O lei forse pensa che le conquiste scientifiche non influenzino la filosofia e la cultura ? Ma dove vive,Masiero? Se la vostra strana “teologia” non ha alcuna base scientifica o empirica,ma viene anzi screditata dal progresso delle Scienze,il problema e’ tutto vostro.
    Sono imbarazzato da tanta ingenuita’. Tra l’altro tale vostra “critica” la muovete dopo aver vergognosamente attribuito al “darwinismo” la nascita del nazismo proprio su questo blog,e in concomitanza (cosa ancor piu’ sconcertante) del Giorno della Memoria.Che il “darwinismo” (che in realta’ e’ proprio la diga teorica fondamentale contro ogni razzismo),sia stato “usato” in una versione degenerata,semplificata e mistificata dai nazisti(mossi da un odio antiebraico prodotto nei secoli dai pregiudizi religiosi-devo ricordarle cosa fu la “limpieza de sangre” nella spagna del 600 ?) non significa assolutamente niente,ed e’ sconcertante e fuorviante imbastire campagne del genere.
    Tutte le dittature totalitarie tendono a usare la scienza,o meglio,una sua versione mistificata,per giustificare i loro crimini.Ma la responsabilita’ non e’ certo della Teoria,che in se’ anzi respinge piu di ogni altra il razzismo cosiddetto “biologico”.

    ovviamente posto questa mia risposta anche sui blog di Bellone,ecc. di modo che’ chiunque clicchi possa leggere.

  3. dai un’occhio alle risposte di questa mole di ciarlatani,alcuni dai nomi probabilmente inventati come (sono sempre gli stessi)….ah ah
    ma si guardano bene dall’uscire dal blog,proprio come i fenomeni da baraccone.
    sempre i soliti insulti biliosi,i soliti doppi sensi da quattro soldi.
    bisognerebbe far interventire il Cicap,e porre la cosa in modo serio visto che nella vita civile a quanto pare alcuni di loro fanno gli insegnanti. una bella lettera al ministero su questa immondizia non guasterebbe.

  4. Ettore (o Franco), ti chiedo di evitare termini offensivi o la prossima volta mi vedrò costretto a cancellare i tuoi commenti. Per quanto io possa essere in disaccordo con loro non mi piacciono certi toni.

  5. Forse hai una scarsa conoscenza di quel blog,se vuoi un bel campionario di offese dai un’occhiata ai loro commenti : una presunta e improbabile “anna” ti da’ dell’ignorante,mentre un incompetente tale “leonetto” ,difficolta’ grammaticali a parte,insulta tutto e tutti da mesi.In molti articoli si procura un falso allarme relativamente a una presunta “casta” che controllerebbe la scienza,nel peggior stile dell’estrema destra nostrana (ossia senza alcuna prova) ,si propalano emerite balle persino nel campo della medicina.. sei o no d’accordo che si tratta di pseudoscienza propalata “ad arte” ? Hai idea di quanti danni fanno operazioni di questo genere?

  6. Gia’ che ci sei spiega al sig. Masiero che quando si parla di “caso” nella scienza non si parla dei massimi sistemi (per quelli c’e’ il principio di indeterminazione di Heisenberg) ma del fatto che dati sperimentali assumono una distribuzione di tipo probabilistico…cosi forse la smette di invocare improbabili difetti “ideologici” che inficierebbero la Teoria. Gli consiglio la lettura di una tesi che e’ davvero ottima,in merito :
    http://pbil.univ-lyon1.fr/members/lobry/repro/gene05/tutto.pdf
    Per non parlare della mole immensa di studi sui batteri,per cui rinvio a pubmed.
    Capito Masiero ? Caso significa Teoria delle Probabilita’ e modelli matematici correlati, non assenza dell’aldila’ (che come e’ noto nessuno puo’ verificare,nemmeno te)
    Roba da pazzi veramente.

  7. Ettore, frequento quel blog da parecchio tempo, quindi conosco i toni di alcuni di loro, che non sapendo argomentare scadono facilmente dando dell’ignorante a chi la pensa diversamente. Il punto è che io non voglio fare come loro, nel senso che non rispondo a uno che mi dà dell’ignorante dicendo che lui è “immondizia”. Tutto qui.
    Poi sono d’accordo sul fatto che si tratti di pseudoscienza, che la maggior parte di loro non ha idea del significato del concetto di caso e che usino le stesse fuorvianti tattiche retoriche della destra americana.

  8. vedi,la cosa che in particolare sconcerta e’ che questi si fanno promotori di “mendel day” non solo tradendo la verita’ storica di un uomo che ebbe sempre grandissima stima per Darwin (tanto da inviargli i suoi lavori),e che visse il proprio “essere religioso” in una maniera fortemente anticonformatista e antidogmatica per tutta la vita,ma anche il fatto che proprio nella “sua” genetica,come tutti sanno,la teoria delle probabilita’ gioca un ruolo fondamentale (essendo la probabilita’ di segregazione di un allele del 50% fu proprio il pattern dell’equilibrio numerico dei piselli a dirigere la sua attenzione,non disponendo all’epoca di un microscopico elettronico a rifrazione). Bisogna davvero essere immensamente ignoranti per pensare di strumentalizzare il suo lavoro e contemporanemente lanciarsi in sciocchezze quali “il “Caso” non esiste” (???),”il valore scientifico della metafisica tomista” (??) o le baggianate “sull’acqua e sui quanti” di quella offensiva “Anna” (!?). Trovo davvero pazzesco che la comunita’ scientifica possa tollerare un simile scempio senza reagire. Trovo apprezzabile il tuo tono per tentare di farli ragionare,ma dato che si tratta di propagandisti fanatici sarebbe almeno altrettanto importante rispondere ad hoc su un blog scientifico serio,denunciando la cosa proprio come e’ solito fare il Cicap.

  9. perdona l’errore di battitura sull’ “anticonformatista” 🙂 con un portatile succede !
    tra l’altro colgo l’occasione per dirti,anche se non ce ne fosse bisogno,che la singolarita’ del Mendel fu proprio nella molteplicita’ di interessi : dagli scacchi,alla politica (fu sempre su posizioni fortemente progressiste,a differenza di Darwin tra l’altro). Persino i suoi studi storico-sociologici “semiseri” condotti negli ultimi anni colpiscono per le intuizioni straordinarie sulla deriva della cultura tedesca e sulle tendenze autoritarie insite nel “carattere tedesco “che porteranno poi alle conseguenze che tutti sappiamo.
    Davvero una vergogna sporcare il nome di un uomo cosi grande.

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