Caro Augias… anche no

Lunedì 7 aprile è andata in onda su Rai3 la prima puntata della nuova trasmissione di Corrado Augias, Visionari. Protagonista: Charles Darwin.

Filo conduttore della puntata non è tanto il contributo scientifico del grande scienziato, come si potrebbe pensare, quanto lo scontro fra scienza e fede. Si passa quindi da un’intervista impossibile a Darwin stesso – col padrone di casa che gli dice “lei in pratica ha voluto sostituire Dio con una scimmia” – a un servizio sulla legge 40, da Cesare Lombroso a un medley di risposte di bambini alla domanda “cosa pensate che sia l’evoluzione?”, in un calderone dove finiscono anche alcune interviste a ospiti in studio.

La prima è a Telmo Pievani ed è uno dei pochi momenti salvabili della trasmissione. Pievani cerca di mostrare una realtà più complessa di quella granitica che piace tanto ad Augias, per esempio ricordando la matrice antidarwinista di alcuni membri del Partito Democratico che, disturbati dal legame fra ultraliberismo e darwinismo sociale, attaccarono la teoria di Darwin invece di concentrarsi su quello che Pievani descrive come un “fraintendimento nell’applicazione di Darwin alla società”.

Vito Mancuso fa quello che ci si aspetta da un teologo “sui generis”, come lo definisce lo stesso Augias: parla di lotta per la sopravvivenza che si intreccia con la solidarietà fra individui, esprime il suo dissenso rispetto alla visione tradizionale della Chiesa sul rapporto evoluzione/creazione ed espone il suo pensiero filosofico, secondo il quale non è l’uomo il fine ultimo dell’evoluzione, ma la mente.

Vittorino Andreoli parla di Lombroso e di antropologia criminale. Il nesso con tutto il resto c’era, ne sono sicuro, ma temo di essermelo perso per strada.

E poi c’è l’ultima intervista, quella a Ilvo Diamanti, che presenta un sondaggio dal quale emerge che il 48% degli italiani ritiene che l’uomo discenda dalla scimmia mentre il 47% crede che sia il prodotto di un disegno superiore o di una creazione divina. Diamanti, va detto, chiarisce subito che probabilmente la domanda è stata posta male, poiché si era partiti dal presupposto che queste due affermazioni fossero in opposizione. Cosa non necessariamente vera.

Ma il tenace Augias mantiene salda la rotta: subito dopo infatti dimostra di non aver capito il senso del discorso di Diamanti dicendo che, a oltre 150 da L’origine delle specie, gli italiani sono ancora divisi fra evoluzionisti e creazionisti.

Si arriva così alla fine della puntata, dove si fa di nuovo parlare Darwin mettendogli in bocca la seguente frase: “dobbiamo considerarci una variante, le concedo più evoluta, degli altri animali”.

Più evoluta.

Mah.

In sostanza, quella che poteva essere una buona occasione per parlare di Darwin e approfondire la sua eredità, si è trasformata nella solita, polverosa e superflua messa in scena di quello scontro fra scienza e religione nel quale lo stesso Darwin non avrebbe voluto essere coinvolto, e che rischia di essere un sonoro autogol quando si parla di evoluzione. Il tutto dispensando qualche errore grossolano – qualcuno avvisi Augias che l’immagine della marcia del progresso è sbagliata – e mostrando un atteggiamento del tipo “dite quello che volete, tanto io vado dritto per la mia strada”.

Ne avevamo davvero bisogno? Anche no.

2 Pensieri su &Idquo;Caro Augias… anche no

  1. Molti di quelli che l’hanno visto la pensano così. Io sono ancora più cattivo, come sai (Mancuso è deleterio), ma mi accontento. Ciao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.