La filogenetica del creazionismo furtivo

Da Pikaia, 22 febbraio 2016

Nel 2004, il distretto scolastico di Dover, in Pennsylvania, cambiò il programma di insegnamento della biologia per inserire un dettaglio non da poco: la cosiddetta teoria del disegno intelligente doveva essere presentata come un’alternativa alla teoria dell’evoluzione di Darwin. Una decisione che suscitò forti polemiche e che l’anno successivo portò al celebre caso Kitzmiller v. Dover Area School District. Dopo tre mesi di dibattito, il giudice John E. Jones III – un repubblicano nominato da George W. Bush – dichiarò incostituzionale il tentativo di presentare una posizione non scientifica come il disegno intelligente come alternativa alla teoria dell’evoluzione.

La sconfitta non pose fine a simili tentativi ma costrinse i sostenitori del creazionismo a cercare nuove vie per portare avanti la loro battaglia ideologica, mascherandone gli elementi più controversi per adattarsi al panorama legislativo.

Una battaglia che prosegue da più di novant’anni e che ha attraversato diverse fasi. La prima iniziò negli anni 20, con la proibizione dell’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole pubbliche e il processo Scopes, e si concluse nel 1968, quando questa proibizione venne dichiarata incostituzionale. La seconda ebbe inizio subito dopo, quando i creazionisti iniziarono un’intensa attività di lobbismo per insinuare la loro dottrina nei programmi scolastici accanto alla teoria dell’evoluzione. In quest’ottica, si passò dal creazionismo biblico alla creation science fino ad arrivare al disegno intelligente, in un passaggio dall’antievoluzionismo (negare il concetto stesso di evoluzione) all’antidarwinismo (riconoscere l’evoluzione come un fatto ma negarne la spiegazione darwiniana). Dopo la sentenza del 2005, ebbe inizio la terza fase, la cui strategia consisteva nell’evitare qualsiasi riferimento esplicito al creazionismo.

Una vera e propria evoluzione per adattamento, come dimostra lo studio pubblicato su Science da Nicholas Matzke, ricercatore della Australian National University che collaborò con il National Center for Science Education durante la preparazione del processo Kitzmiller. Matzke si è concentrato sulla terza fase – quella dello “stealth creationism” – raccogliendo 67 proposte di legge avanzate da governatori locali a partire dal 2004, tre delle quali sono diventate legge in Louisiana, Tennessee, e Mississippi.

Tramite un’analisi testuale delle proposte basata sulla filomemetica, che usa gli strumenti della statistica filogenetica per studiare la trasmissione culturale, Matzke ha identificato le parti di testo che erano state copiate, passando dall’una all’altra, e le modificazioni che avevano riportato. Ripercorrendo a ritroso le tappe di questa “discesa con modificazioni” è quindi risalito a sette proposte di legge che hanno le maggiori probabilità di essere gli antenati comuni di tutte quelle successive. Ma soprattutto, ben 63 delle 65 proposte analizzate mostravano di avere un legame diretto, per via dei loro contenuti o dei loro promotori, al creazionismo.

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