Su Rama, la verosimiglianza viene prima dello spettacolo

Da Oggiscienza, 8 marzo 2017

Dopo che Gravity, Interstellar e The Martian hanno lanciato l’uomo nello spazio per metterlo a confronto con l’universo e con sé stesso, gli alieni sembrano pronti per ritornare al centro dell’interesse della fantascienza cinematografica. Basta vedere il successo di Arrival, benché non abbia ottenuto neanche un Oscar fra quelli cui era candidato, e l’imminente uscita di due attesi blockbuster come Life e Alien – Covenant per rendersene conto.

In particolare, Arrival e Life si concentrano su un tema particolare, quello del primo contatto fra umani ed extraterrestri. Tema che è anche al centro di uno dei più noti classici della letteratura fantascientifica: Incontro con Rama, di Arthur C. Clarke, che da una quindicina di anni Morgan Freeman e David Fincher sognano di adattare per il grande schermo. Il progetto è rimasto impantanato nel cosiddetto development limbo ma, come ha confermato in un’intervista con Neil deGrasse Tyson, Freeman è determinato a farlo. Peccato che da quell’intervista siano passati cinque anni.

Una delusione per alcuni fan, un sospiro di sollievo per altri.

Per certi versi, Incontro con Rama è un romanzo che si potrebbe prestare a una trasposizione cinematografica. Ma la probabilità di deragliare dai temi e dai toni sviluppati da Clarke è molto alta, e questo sarebbe un peccato non per una questione di lesa maestà nei confronti del testo originale, ma perché si rischierebbe di perdere uno degli aspetti più interessanti ed efficaci del romanzo.

Ma di cosa parla Incontro con Rama?

Dopo la disastrosa caduta di un meteorite nel 2077, che ha devastato la Pianura Padana, nel 2130 l’umanità ha sviluppato la Guardia Spaziale, un progetto dedicato allo studio degli asteroidi. Nemmeno uno fra i tanti individuati sarebbe passato a meno di un milione di chilometri dalla Terra o dagli altri pianeti colonizzati del Sistema Solare. Ciò nonostante, l’oggetto celeste catalogato come 31/439 e avvistato nei pressi dell’orbita di Giove riesce comunque ad attirare l’attenzione degli scienziati, grazie a un’orbita insolita e a dimensioni tutt’altro che trascurabili. Le fotografie ottenute dalle sonde spaziali rivelano che l’oggetto, ribattezzato Rama perché “gli astronomi avevano da tempo dato fondo alla riserva della mitologia greco-romana, e adesso stavano saccheggiando il pantheon indù”, non è un asteroide, ma un cilindro perfetto, lungo più di 50 chilometri e completamente liscio.

Esplorare il misterioso oggetto diventa quindi una priorità e l’incarico viene affidato all’astronave più vicina a Rama, l’unica che può approcciarlo prima che la sua traiettoria lo allontani dal Sistema Solare: si tratta dell’Endeavour, capitanata dal comandante Bill Norton. Ha così inizio un’avventura di esplorazione e mistero, con l’equipaggio che si avventura all’interno della misteriosa astronave mentre un concilio di scienziati e i delegati dei Pianeti Uniti seguono le loro imprese dalla Luna, dove sono riuniti.

Continua a leggere su Oggiscienza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.