Chi morirà in Game of Thrones?

Da Wired, 22 aprile 2016

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Mancano pochi giorni alla premiere della sesta stagione di Game of Thrones. Una stagione particolare, poiché per la prima volta anche i lettori dei romanzi di George R. R. Martin saranno all’oscuro di ciò che accadrà, dal momento che il sesto libro della serie, Winds of Winter, non è ancora uscito. Già negli ultimi episodi trasmessi i lettori dei romanzi si erano trovati di fronte ad alcune sorprese, dovute alle deviazioni intraprese da David Benoit e Daniel Brett Weiss rispetto alla trama dell’ultimo libro uscito, Dance of Dragons, riguardanti il destino di personaggi come Stannis Baratheon, Jorah Mormont, Sansa Stark o Ramsay Bolton.

Ma da ora in poi, saranno sorprese per tutti. Su internet da tempo proliferano le ipotesi su quello che accadrà, soprattutto per quanto riguarda la sorte dei personaggi più amati, a partire da Jon Snow, che avevamo lasciato in una situazione piuttosto estrema alla fine della quinta stagione. Chi sopravvivrà? Chi morirà? Domande cui è difficile rispondere, data l’imprevedibilità con cui Martin ha eliminato personaggi di grande peso, da Eddard Stark alla Vipera Rossa.

Alle tante ipotesi emerse in rete, basate su tentativi di interpretazione dei molti indizi sparsi dallo scrittore di Bayonne fra le pagine dei romanzi, si accostano i risultati di un lavoro condotto dagli studenti di un corso di JavaScript della Technical University di Monaco, che hanno tentato un approccio differente: si sono chiesti che caratteristiche avessero i personaggi morti finora e hanno poi usato queste caratteristiche per calcolare chi, fra quelli ancora in vita, avesse più probabilità di morire. Per fare ciò si sono basati sui concetti del machine learning – che consentono di sviluppare algoritmi in grado di apprendere informazioni da una serie di dati per poi fare delle previsioni – e hanno estratto e catalogato una gran quantità di dati dalla Wiki dedicata alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, con l’idea di confrontare statisticamente le caratteristiche dei personaggi morti e quelle dei personaggi vivi, in modo da identificare quelle che consentono di distinguere gli uni dagli altri.

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L’algoritmo da cui sono partiti è quello sviluppato da John Platt, che è stato utilizzato per addestrare una macchina a vettori di supporto, cioè un insieme di metodi di apprendimento e classificazione di pattern sviluppati negli anni ’90. I dati raccolti dalla Wiki sono stati divisi in dieci sottogruppi delle medesime dimensioni; nove di essi sono stati utilizzati per l’addestramento dello strumento mentre il decimo ha consentito di mettere alla prova il modello secondo il metodo della convalida incrociata, in modo che risultasse il più affidabile possibile dal punto di vista statistico.

Così facendo, gli studenti tedeschi hanno individuato più di trenta tratti sui quali costruire le loro previsioni, dall’età alla casata di appartenenza, dal genere alla popolarità, dal gruppo sociale alle relazioni con personaggi già morti. Un lavoro non da poco contando che si parla di 2028 personaggi.

La notizia che potrebbe rincuorare molti fan è che Jon Snow ha una probabilità di morire – percentage likelihood of death (PLOD) – solo dell’11%. Il che, insieme agli avvistamenti di Kit Harrington sul set e a una serie di altri indizi, rappresenta una ventata di ottimismo sulla sua sorte. Meglio di lui, in termini di probabilità di sopravvivere, fa solo Sansa Stark. E che dire invece di Daenerys Targaryen? Gli stessi autori del lavoro la ritengono la miglior candidata per il Trono di Spade, ma l’algoritmo non condivide il loro entusiasmo: la giovane Regina dei Draghi si piazza infatti al terzo posto nella poco ambita classifica dei personaggi con un maggior PLOD, con un preoccupante 95%.

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Un po’ migliore, ma non di molto, la situazione di Tyrion Lannister, la cui morte è data al 70%. Non poco, considerando la scena finale dell’ultimo trailer rilasciato, nel quale lo si vede fronteggiare uno dei draghi di Daenerys, un attimo prima che soffi fuoco. Reale minaccia o abile trucco di montaggio? In ogni caso, l’astuto Lannister se la passa meglio del subdolo Petyr Baelish, che ora più che mai dovrà guardarsi alle spalle.

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