La bizzarra ecologia di Mondo9

Da Oggiscienza, 16 dicembre 2015

Immagine: Franco Brambilla

Immagine: Franco Brambilla

Cosa accadrebbe se in cima alla piramide alimentare ci fosse il metallo?

Questa la domanda su cui sono costruite Le cronache di Mondo9, la saga fantascientifica di Dario Tonani che, dopo aver vinto diversi premi in Italia, ha varcato i confini nazionali venendo addirittura inclusa – in Giappone – fra i dieci migliori romanzi di fantascienza usciti nel 2014. Un successo confermato anche dall’uscita della seria completa nella collana Millemondi di Urania, la prima volta assoluta per un autore italiano.

Mondo9 è un pianeta aspro e selvaggio, in gran parte ricoperto da deserti di sabbia velenosa sui quali si muovono gigantesche navi su ruote. Caratteristica principale di queste navi è il fatto di essere senzienti e mosse da istinti primordiali. Singolare è il loro rapporto con gli esseri umani, che ne sono i manovratori ma anche i prigionieri e, non di rado, il nutrimento; può infatti accadere che i loro fluidi organici vengono sfruttati per lubrificare le migliaia di ingranaggi dei colossi metallici, consentendo loro di continuare a viaggiare e a combattere gli uni contro gli altri. Non esiste elettricità, e vapore, olio e sangue sono i soli combustili che alimentano le macchine.

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L’uomo, la natura, il cambiamento. La Trilogia dell’Area X

Da Oggiscienza, 25 novembre 2015

Lungo la costa meridionale della Florida, affacciato sul Golfo del Messico, si trova il St. Marks National Wildlife Refuge, un’area di circa 280 metri quadrati ricca di paludi, ruscelli e fiumi, che ospita orsi, serpenti, alligatori e una grande varietà di uccelli. Oltre a uno dei fari più vecchi dello Stato. Un luogo che Jeff VanderMeer conosce bene, avendone esplorato i boschi e gli acquitrini per 17 anni. Un luogo che ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione dell’Area X, la vera protagonista della Southern Reach Trilogy, tradotta e pubblicata da Einaudi nel corso del 2015 come Trilogia dell’Area X.

VanderMeer è un prolifico e affermato scrittore americano, vincitore di svariati premi – come il Nebula, il BFSA e tre World Fantasy – nell’ambito della letteratura fantastica. A lui e a sua moglie si deve la prima definizione di un genere, il new weird, di cui VanderMeer è uno dei principali esponenti e che affonda le sue radici nelle opere di autori come Lewis Carroll e Howard Phillips Lovecraft.

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