Gli scienziati più improbabili del cinema

Da Wired, 27 febbraio 201504 - Gli scienziati più improbabili del cinema 1

Alan Turing e Stephen Hawking sono i più recenti membri di una lista di scienziati che hanno conquistato il grande schermo, con risultati altalenanti (nonostante l’Oscar a Eddie Redmayne per La teoria del tutto) a causa dell’eterno conflitto fra necessità drammaturgiche e attendibilità storico-scientifica. In molti casi, infatti, le loro personalità e le vicende di cui sono stati protagonisti sono state adattate secondo lo stereotipo dominante dello scienziato, che lo vuole geniale ed eccentrico ma anche socialmente distaccato se non addirittura inetto.

Ma il mondo del cinema è anche ricco di scienziati inventati, che il più delle volte sono del tutto in linea con tale stereotipo – con alcune notevoli eccezioni – e la cui credibilità scientifica è spesso traballante, a volte ai limiti del ridicolo.

Difficile non pensare a Millburn, il biologo di Prometheus, che non appena vede una creatura sconosciuta ha la brillante idea di cercare di giocarci come se fosse un innocuo gattino. Un’idea che ha indotto molti spettatori a domandarsi dove abbia preso la sua laurea e che gli è valsa il premio di Most Idiotic Character del 2012 su Screenrant. Va anche detto che in quel film il povero Millburn era in buona compagnia; faceva infatti parte di un team di scienziati che, appena arrivati su un pianeta alieno, si toglievano i caschi non appena appurato che l’atmosfera conteneva la giusta quantità di ossigeno. Ignorando del tutto la possibile presenza di altri elementi potenzialmente nocivi, a partire da germi irriconoscibili per i loro sistemi immunitari. Per non parlare del suo collega geologo che, equipaggiato appositamente per mappare l’ambiente alieno, finiva immediatamente col perdersi.

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Non da meno sono i guai causati da Sarah Harding, la paleontologa di The Lost World: Jurassic Park interpretata da Julianne Moore, che racchiude in sé un mix di due personaggi del corrispondente romanzo di Michael Crichton: uno è proprio Sarah Harding, che però è un’esperta di comportamento animale, mentre l’altro è il paleontologo Richard Levine, le cui ingenue e impulsive decisioni causano diversi guai ai protagonisti. Caratteristica, quest’ultima, che la Harding cinematografica conserva in pieno, per esempio portandosi dietro una giacca sporca di sangue che attira l’attenzione dei Tyrannosaurus rex – il cui olfatto, come lei stessa ricorda, è molto sensibile.

Il suo atteggiamento non è tanto quello che ci si aspetterebbe da uno scienziato, per quanto eccitato e curioso dalla situazione, ma da una persona qualunque, il che facilita l’immedesimazione dello spettatore ma non certo la credibilità del personaggio. E a proposito di scarsa credibilità, c’è già chi trema all’idea di vedere Chris Pratt addestrare un gruppo di Velociraptor, come sembra suggerire una scena del trailer di Jurassic World, quarto capitolo della saga la cui uscita è prevista a giugno. E dire che il primo Jurassic Park ci aveva regalato scienziati credibili e di spessore come Ellie Sattler, Alan Grant e Ian Malcolm.

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