Con House of dreams, The night of the salamander, The pyramid of Krakow e The phantom in the maze, ho letto tutti i racconti finora usciti della serie The Mongolian Wizard di Swanwick. Nonostante qualche calo negli ultimi, il livello è sempre buono e l’affresco di una guerra moderna intrisa di controspionaggio magico che l’autore, racconto dopo racconto, compone, è davvero interessante.
Così come interessante è Kill the minotaur, fumetto di Chris Pasetto, Christian Cantamessa, Lukas Ketner e Jean-Francois Beaulieu che rilegge il mito del minotauro mescolando insieme suggestioni fantasy, horror e fantascientifiche. E il risultato è ottimo, perché riesce a sorprendere pur raccontando una storia ben nota e a ribaltare le aspettative (sugli sviluppi sia della trama che dei personaggi) senza forzare la mano. Splatter e crudele, ironico e moderno, il fumetto diventerà un film realizzato dalla Universal Pictures e la Skybound di Robert Kirkman (The Walking Dead, per capirci).
Altra bella sorpresa, sempre in tema di fumetti, è stato Il mistero del lago di Fabrizio Accatino e Tommaso Bianchi, uno spaghetti sword & sorcery cinico, ironico e molto ben raccontato, sia come scrittura sia come disegni, ambientato nella Pianura Padana e incentrato sulla leggenda di un lago e del feroce drago che lo popola.
E poi ho scoperto che erano finalmente usciti gli ebook degli altri due romanzi di China Mieville ambientati nel Bas-Lag. Ritornare nel mondo vorticoso, immaginifico e follemente verosimile dello scrittore britannico è stato, come sempre, terribilmente gratificante. La città delle navi ci mette un po’ a carburare ma una volta che ti ha tirato dentro alla sua storia e ai suoi personaggi, Mieville non ti molla più fino alla fine, garantendo al tempo stesso una scrittura di alta qualità e dimostrandosi un grande creatore di città: dopo la fantastica New Crobuzon di Perdido Street Station (che qui grava sullo sfondo della vicenda), è ora il turno di Armada, città di navi e pirati.
Dal New Weird di Mieville al cosiddetto Novo Sconcertante Italico di Luciano Funetta con Dalle rovine, ma non aspettatevi parallelismi perché i due generi hanno molto poco in comune, a parte il forte interesse per la contaminazione letteraria e per lo “strano” come allegoria del presente. Il romanzo breve (meno di duecento pagine) e molto intenso di Funetta è grottesco, tragico e allucinato, ambientato fra l’immaginaria città italiana di Fortezza e Barcellona. Un solitario allevatore di serpenti, non particolarmente in bolla, finisce nel mondo del porno incontrando gente ancora meno in bolla di lui, dando inizio a una spirale folle e lugubre. È un libro che mi ha spiazzato perché la scrittura di Funetta è eccellente e ipnotica, sempre efficace anche quando non si capisce cosa stia accadendo e si accetta di lasciarsi condurre avanti, ma tolta quella rimane un rovistare nelle bassezze umane con un nichilismo che sembra fine a sé stesso e a volte anche un po’ compiaciuto. Una sensazione simile a quella che avevo sperimentato con Cometa di Magini, con la differenza che Funetta, per me, scrive meglio ed è meno irritante. Visto il successo di entrambi i libri, evidentemente sono io che non capisco la loro forza letteraria.
Buon anno.